domenica 13 maggio 2012

Racconto: Sguardi d'agrumi


In una piazza di Parigi si consuma una storia, una storia romantica che profuma d’agrumi. Dolceamara come una marmellata d’arance.

L'acero amaranto, fra i raggi del primo sole d'aprile, suggeriva agli sguardi persi degli uomini ciò che fosse da farsi all'ombra dei ciliegi quando il pomeriggio migra impigrito nell'abbandono della sera.
Sussurrava di essere felici, e suggeriva di innamorarsi.
E quei filari d'aceri racchiudevano la piazza e il mercatino quotidiano, coi gusti e le immagini della campagna; e, ogni giorno, Jacques si reimmergeva fra le bancarelle.
Lasciava che i sensi suoi scivolassero sulla fragranza dei biscotti al burro salato, o, poi, che si posassero sulle scatole di latta, su cui campeggiavano dee novecentesche coi fiori rampicanti attorno al collo. Qui Jacques vedeva la pasta di mandorle impilata in alti panetti, là il sesamo e il girasole tempestavano le tiepide pagnotte. Pareva quasi che Parigi non lo soffocasse più, e che, lì attorno, serpeggiasse solo il respiro dell'aperta campagna.

Eppure, eppure non attraversava sempre il mercato per illudersi d'essere ancora nel Sud; vi andava per ritrovare lei.
«Volete assaggiare, signore?»
La voce bassa, sensuale, s'instillò nel cuore di Jacques, pungendolo, corrodendolo; si fermò di fronte al banchetto della ragazza, sogguardato per anni.
«Cosa... cosa vendi?», mormorò Jacques, seppur lo sapesse, con gli occhi sgranati che inseguivano quelli di lei.
«Marmellata. Di agrumi, signore.», rispose, remissiva.
Lei afferrò con una mano delicata un vasetto e, con le dita, fece scattare il coperchio; poi, immerse nella confettura dolce e morbida il cucchiaino.
«Chiamami Jacques.», continuò a mormorare lui, cercando il viso che si schermiva.
«Volete assaggiare, Jacques?», chiese lei, sollevando e allungando il cucchiaino a sfiorare le labbra di lui.
Lui le schiuse, incredulo, perché aveva finalmente colto in quegli occhi nocciola la scintilla d'amore luccicare come il brillio dolceamaro della marmellata di arance.

Dolceamaro come il tempo trascorso alla sua bancarella, come le ore perse a guardarla, i mesi ad aspettarla sotto casa, a seguirla la notte, ogni notte!, e le lettere, migliaia, i regali, gli appostamenti, e lei? E lei, puttana! Mi ha bruciato gli occhi, con quella marmellata, mi ha avvelenato!



Sguardi d'agrumi
di Andrea Collivignarelli


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